Vigilanti nell’attesa

Riflessioni alla fermata dell’autobus

Diciamoci la verità: non siamo più abituati ad aspettare, anzi, non abbiamo tempo di aspettare! Aspettare ci infastidisce, ci irrita, ci sembra solo un’inutile perdita di tempo! Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha pensato “Ah, se esistesse il teletrasporto! Eviteremmo di perdere un sacco di tempo!”.

Ecco cosa mi è successo proprio stamattina.

Esco di casa, mi incammino verso la fermata vicino a casa e, ovviamente, non appena giro l’angolo, vedo il mio autobus sfilarmi davanti senza che io abbia il tempo di prenderlo. Guardo il tabellone e, ovviamente, la domenica l’autobus passa ogni quarto d’ora. Che rabbia!

vigilantiNon posso stare un quarto d’ora senza far niente e quasi istintivamente tiro fuori dalla tasca il cellulare: non ci sono messaggi o mail a cui rispondere (ovviamente arrivano sempre quando ho poco tempo per leggere e rispondere) e quindi apro Facebook, cominciando a scorrere le notizie della home in maniera quasi meccanica. Mi blocco sull’immagine di una corona di Avvento, con una frase: “Vigilanti nell’attesa”. Tre parole già sentite e risentite, ma che stavolta mi colpiscono in modo particolare, proprio qui, mentre sono “in attesa” del mio autobus.

Alzo gli occhi dallo schermo e rimetto il cellulare in tasca. È davvero una bella giornata, oggi, il sole splende in un cielo limpido. Sorrido. Sul marciapiede vedo venirmi un gruppo di bambini insieme alle loro famiglie e capisco che sono appena usciti da messa. Mi vengono in mente le parole del Vangelo di oggi: “Vegliate in ogni momento pregando”. Allora comincio, silenziosamente, a pensare a persone o situazioni che possono aver bisogno della mia preghiera e le affido al Signore.

Ecco, credo che un buon modo per vivere l’Avvento sia proprio imparare a valorizzare il tempo dell’attesa, delle nostre piccole attese quotidiane. Un tempo che non è da ingannare, ma che possiamo vivere “vigilando”, guardandoci intorno non per paura di qualcosa, ma per apprezzare la Bellezza intorno a noi (e che spesso diamo per scontata), e “vegliando”, attraverso la preghiera, sulle situazioni e sulle persone che ci stanno più a cuore.

«Buon giorno», disse il piccolo principe.
«Buon giorno», disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
«Perché vendi questa roba?» disse il piccolo principe.
«È una grossa economia di tempo», disse il mercante. «Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre minuti alla settimana».
«E che cosa se ne fa di questi cinquantatre minuti?»
«Se ne fa quel che si vuole…»
«Io», disse il piccolo principe, «se avessi cinquantatre minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana…»

Simone Perotto

29 novembre 2015