Il Natale come fa? – Natale 2024

1Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
14Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν
1In principio era la parola, e la parola era presso Dio e la parola era Dio.
14 E la parola è diventata carne ed ha abitato in mezzo a noi

Gv 1,1.14

Carissime e carissimi, insieme a tutto il Consiglio diocesano voglio abbracciarvi tutti e tutte ed augurarvi ogni felicità in questo Santo Natale, ancora una volta partendo dal Vangelo. Ci eravamo salutati la scorsa Santa Pasqua in coda al Vangelo di Giovanni, qui ci ritroviamo al suo inizio.

Stare accanto ai bambini, ogni giorno, ha portato a chiedermi: ma il Natale come fa?

Giovanni un po’ ci viene in aiuto: il Natale è Parola che si fa carne e le parole sono suoni, forse i suoni che più riempiono le nostre giornate. Questa Parola maiuscola, però, è speciale: dimora presso Dio ed ogni volta che risuona, rompe il silenzio della normalità e crea.

Nel racconto che Luca fa del Natale è affascinante seguire il rumore delle parole: si inizia (Lc 2- 5-22) con Zaccaria, al quale Dio, la parola, la toglie. C’è una folla radunata fuori dal tempio per ascoltare il volere di Dio e c’è un sacerdote che, davanti a tanto rumore inutile, risponde a gesti, muto. 

SILENZIO.

Poi c’è  l’incontro di Maria ed Elisabetta (Lc 2, 39-56): due donne che custodiscono in loro motivi di enorme gioia che non riescono a non condividere. E quando si incontrano, per un attimo, il boato del loro abbraccio rompe il silenzio iniziale, regalandoci il Magnificat. 

TUM.

Finalmente, la nascita di Gesù: senza annunci clamorosi, senza particolari attenzioni dai potenti del mondo di allora, in una notte fredda in mezzo ai prati frequentati da pastori. Quella parola tanto potente da lasciare segni nel mondo, si incarna nel vagito di un neonato.

TUM.

Poi, per trent’anni, una vita normalissima.

SILENZIO.

Il Natale “fa” proprio il suono di un battito. 

Silenzio, TUMTUM, Silenzio.

Un suono che ci accompagna ogni giorno e ci permette di vivere ogni nuovo giorno; eppure, forse il suono a cui meno facciamo caso.

Silenzio, TUMTUM, Silenzio.

Un suono a cui pensiamo poco, che non riempie le nostre menti come le nostre migliori idee, ma che è reale ed è parte di noi da ben prima che riuscissimo anche solo a parlare.

Silenzio, TUMTUM, Silenzio.

Un suono flebile, che non irrompe nella stanza e non colpisce con effetti speciali; eppure un suono che fa tutta la differenza del mondo, come ben sa qualunque genitore, di ritorno dalla prima ecografia.

Dunque sono questi i miei auguri alla nostra Associazione diocesana: che questo Santo Natale ci aiuti a prendere esempio dai nostri battiti. 

A spendere e spenderci in parole giuste, né troppe ed inutili o poche e sterili, ma sostanziali, capaci cioè di dare e darci sostanza. 

Ad evitare di perderci dentro alle nostre teste, piene sempre di bellissime idee, per ritrovarci nella realtà che abbiamo davanti e lì ritrovare gli altri. 

Ad allenarci, insieme, a capire che nel Natale la differenza non è tra esperienze di vita belle o brutte, ma tra cuori “induriti” e cuori capaci di accoglierle tutte, colmi di meraviglia.

Tanti, tantissimi auguri per un Natale colmo di battiti.

Daniele Maria Stancampiano

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