Lo scorso weekend (21- 23 Febbraio 2025), si è concluso a Marina di Massa (MS) il convegno Adulti di Azione Cattolica.
Il bello degli eventi nazionali è il confronto: arricchisce, unisce, tesse le relazioni con altri, confrontando vissuti simili e allo stesso tempo profondamente diversi. Si incontrano esperienze ed emozioni vissute e percepite in modi differenti. Si conoscono persone che vivono lontano ma che, come te, hanno “le mani in pasta” e ciò aiuta a trovare forza e motivazioni quando è difficile riuscire a trovarne.
Gli adulti oggi sono chiamati ad essere lievito di partecipazione: come il lievito, quell’ingrediente che permette all’impasto di gonfiarsi, di diventare leggero e morbido, gli adulti oggi sono chiamati a vivere questo tempo, perché questo è il tempo che ci è dato, non per piangere nostalgicamente il passato, ma per abitarlo. Partecipazione significa educarci ad educare, non solo in associazione, ma in tutti gli ambiti della vita. È un’assunzione di responsabilità che si fa corresponsabilità, esercizio di incontro e ascolto, di cura di quei luoghi e quegli spazi che formano la corresponsabilità.
Cos’è, quindi, la partecipazione? È sentirsi responsabili, è fiducia, è incontrare gli altri, è mettersi in ascolto e prendersi cura degli altri, è essere esempio, è farsi coinvolgere, è sapere di essere parte di qualcosa di grande. Laboratorio di partecipazione è stata la condivisione di esperienze di missionarietà, inclusione e impegno sociale e politico, dove noi adulti siamo per primi chiamati a spenderci. Da questa definizione, estrapoleremo alcune parole chiave che ci hanno accompagnato durante il convegno:
– Responsabilità/Corresponsabilità: Partecipare vuol dire avere responsabilità che sia condivisibile con gli altri e le loro realtà. Solo in questo modo possiamo sentirci “solidali” con la realtà che ci circonda. L’AC è una grande scuola di partecipazione perché è una scuola di corresponsabilità.
– Discernimento: riflettere e scegliere le strade da percorrere e i sentieri da intraprendere, per porci, come ha fatto Gesù con i due di Emmaus, accanto alle persone a noi prossime, senza mai smettere di camminare.
– Comunità: è il luogo che abitiamo, anche quando non è proprio come la vorremmo, ma è qui che siamo chiamati a spenderci.
– Bene Comune: quale il fine ultimo della partecipazione e l’obiettivo che ci spinge, come cristiani e aderenti di AC, ad avere cura di questo nostro tempo.
Tutto questo attraverso il metodo della progettazione, quale una caratteristica peculiare dell’associazione, che deve essere realizzato attraverso la co-partecipazione di tutti gli aderenti, con lo scopo di raggiungere un obiettivo comune.
Queste sono le consegne che il convegno ci lascia, che danno idee e slanci nuovi per il nostro settore e per l’associazione tutta.
Pamela Manfrin
Valeria Ammirati
Luca Falavigna